martedì 21 settembre 2010

15 agosto 2010 - Vivaa Las Vegaaas! [Flagstaff->Gran Canyon->Las Vegas]

17th day


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Prima tappa della giornata il Gran Canyon. Non è per nulla come me l'aspettavo. Credevo fosse una gola abbastanza stretta in cui in fondo scorreva il Colorado River. Invece ci si apre davanti una valle larghissima dove, laggiù in fondo, si intravedono dei piccolissimi scorci del fiume. Con i suoi 446 km di lunghezza, anche 27 km di larghezza e sino a 1.6 km di profondità occupa gran parte della regione denominata Colorado Plateau [grazie wikipedia].

C'è un bellissimo sentiero che dovrebbe portare dal ciglio del Canyon fino giù al fiume. Ma da più parti c'è scritto che se lo si prova a fare in giornata.. si muore! Evitiamo e ci accontentiamo del percorso panoramico lungo i bordo. Tranne che per alcuni punti troppo pieni di turisti e di negozi di chincaglieria [c'è un autobus che fa diverse fermate nelle migliori zone panoramiche, ah gli americani], l'ambientazione è veramente incredibile! Non era proprio quello che mi aspettavo, ma affascinante a suo modo. La cosa che colpisce di più sono le pareti quasi verticali che si gettano giù per centinaia di metri, cambiando colore ad ogni piccolo gradino.

Finito la parentesi bucolica, Las Vegas! Stavolta la musica che ci accompagna all'ingresso di questa cattedrale di luci in mezzo al deserto non può che essere lui, The King. Il buon Ema è abbastanza in coma per la febbre e la tachipirina, ma un giro per la città non ce lo leva nessuno. Prendiamo una stanza in un motel vicino al centro. Leggenda vuole che durante la settimana a Las Vegas si riesca a dormire nelle suite degli alberghi più lussuosi pagando pochissimo.. ma non domenica 15 agosto. Maledizione.


Iniziamo il tour della città, primo impatto: pacchiana e meravigliosa. Vediamo New York, poco lontano Parigi, Roma e un po' più spostato Venezia. Meraviglioso! Ad ogni passo per la strada ti vengono consegnati diversi biglietti da visita. Sono tutte donne a pagamento, foto, prestazioni, numero di telefono, molto professionali! A fine serata ognuno di noi ne ha un discreto pacchetto. Sembra la raccolta delle figurine: celo celo manca. Verranno "dimenticate" all'interno della Bibbia dell'albergo.. Las Vegas è affascinante, le luci, la gente, tutto ti richiama a giocare ai casinò. Per la febbre però non riesco a giocare a poker, neanche un giro. Ma almeno una partita alle slot machine lo abbiamo fatto. Perso, naturalmente. L'unica cosa triste è che essendo domenica tutti i ristoranti chiudono prestissimo, non riusciamo quasi a trovare da mangiare dopo le 23.00, mah.

Las Vegas voto: 8

Nota sul modo di telefonare dell'americano medio: già da tempo avevamo notato che gli americani hanno una tecnica tutta loro di telefonare. Una tecnica presuppone l'altoparlante vicino all'orecchio, ma il microfono che gira per l'aria e telefono tenuto in mano con un gomito ad altezze incredibili, più è in alto più si è fichi! Ma questo è nulla! Il secondo modo presuppone l'uso del vivavoce, con il telefono che così ha ancora più libertà di girare attorno alla persona, ovunque tranne che tra orecchio e bocca. Ma questa tecnica solo i più esperti e cool riescono ad utilizzarla.

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