mercoledì 25 agosto 2010

11 agosto 2010 - Denver cucciolotto verde senza età! [Denver->Dillon]

13th day


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Andiamo al supermercato per cercare qualcosa per fare colazione e la nostra attenzione e' attratta da una cofezione di Milk con al solito l'aggiunta di varie proteine e vitamine. Ma ad una piu' attenta analisi appare la scritta: Contains no milk. Questi americani sono geniali.




Denver e' una normale citta' americana, con i grattacieli e tutto il resto, solo che in montagna. L'aria e' limpidissima e pulita, il cielo e' azzurro, ci sono un sacco di fiori, l'atmosfera e' quella tipica rilassata di piccolo paesino di montagna.. ma e' una citta'! La cosa meravigliosa di Denver, oltre lo scorgere le montagne rocciose alla fine dei lunghi viali cittadini, sono i piani. Lungo la via principale ci sono decine di piani lasciati li', chiunque li puo' suonare. E diverse persone lo fanno.

Dopo un primo giro del centro decidiamo che e' giunta l'ora di rifocillarci. Andiamo in quello che ci e' stato indicato come il piu' vecchio ristorante della citta' a mangiare le Rocky Mountain Oyster letteralmente le ostriche delle montagne rocciose nella realtà: testicoli di toro. Il ristorante e' un inno alla caccia. In ogni angolo ci sono teste di animali imbalsamati [persino un bisonte] e foto dei piu' famosi cow-boy della zona.
Per non farci mancare nulla al pranzo aggiungiamo code di alligatore, perche' non provare? Alla fine tutto commestibile, anzi si puo' dire buono, non leggerissimo essendo tutto fritto, ma buono! E come non smaltire l'unto appena acquisito se non con una gita all'anfiteatro naturale di roccia rossa alle porte di Denver?! La lunga scalinata per raggiungerlo ci sfianca: i 1600 metri di altezza, il pranzo, il sole a picco e, soprattutto, un mese di sana dieta americana hanno lasciato i loro segni. In ogni caso il panorama e l'anfiteatro meritano! [1]



Visto l'anfiteatro puntiamo dritti ad un locale famoso per il suo happy hour, ci aspettiamo tavolate e tavolate di cibo mah... arriviamo tardi, alla fine sono gia' le sette e l'americano medio a gia' abbondantemente cenato. Il locale e' vuoto, di cibo e di gente. Andiamo alla ricerca di altro cibo. Una cameriera di fronte ad un ristorante greco-tedesco-equant'altro ci convince ad entrare parlandoci in un inaspettato italiano. Ha studiato la lingua che fu di Dante e ora parla molto meglio di me..


Nutriti, passiamo a prendere Camilla in aeroporto, che nel frattempo e' arrivata e ci fara' compagnia per un tratto di viaggio. E poi via, ancor piu' verso ovest.. ci immergiamo nelle montagne rocciose. Nella notte. Tutto perfetto finche' una pioggia torrenziale ci coglie. Non si vede quasi piu' nulla, ma in qualche modo riusciamo a raggiungere il motel!

Il problema ora e' che le stanze sono per 4, al MASSIMO!, e noi siamo in 5. Aguzziamo dunque il nostro ingegno italiano e adottiamo una tecnica che si rivelera' vincente. Dichiariamo 4 adulti e il quinto entra di nascosto e dormira' per terra. Le nostre sveglie all'alba e gli arrivi a notte fonda ci mettono al riparo da qualsiasi controllo!

NOTA SUI RUBINETTI AMERICANI
Perche' complicarsi la vita? Perche' non usare due rubinetti, uno per l'acqua calda e uno per la fredda? Perche' usare un solo rubinetto per entrambi cosi' che aprendolo al massimo esce solo tanta acqua calda e al minimo poca fredda? Perche' inventarsi delle specie di joystick in cui cambi impercettibili della posizione cambiano completamente temperatura e quantita' dell'ancqua? Perche' per aprire l'acqua a volte bisogna spingere, a volte tirare, a volte piegare? Perche'?

[1] All'anfiteatro, oltre che diversi concerti, fanno anche un cineforum, Cinema on the rocks e il 21 luglio 2010 e' stato proiettato: Talladega Nights: the ballad of Ricky Bobby. In barba ai filistei.

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